Francesco Agostini
Guardando dalla finestra
Quando mi affaccio dalla finestra la prima cosa che vedo è il mio dirimpettaio sul suo balcone con il quale facevo piscina e a cui ho insegnato un nuovo stile che usavo per scappare da Giorgio al centro estivo, poi vedo gli alberi di pino sui quali si poggiano i corvi e i pappagalli e a volte vedo un signore che dà da mangiare agli uccelli che si mettono sul muretto che divide i parcheggi dei due condomini. Vedo il parcheggio del mio condominio, che visto dalla mia finestra sembra un precipizio, nel quale giocano a palla i ragazzini che mio fratello importuna.

Quello che vedo dalla finestra è tutto questo, ma quello vorrei vedere è un bel paesaggio di montagna, vorrei vedere le Alpi che toccano il cielo e le nuvole bianche che sembrano zucchero filato, i piccoli paesini che visti dalla mia baita di montagna sembrano minuscoli e le pecore che brucano l’erba. Ma quando finisce la magia e ritorno alla realtà vedo solo il solito paesaggio di città con il suo cielo grigio in cui avvengono fenomeni misteriosi.
Non so se crederete a quello che è successo a me, ma ve lo racconto lo stesso…
Era un giorno come tutti ed io stavo uscendo di casa con mamma per andare a fare shopping, ma avevo dimenticato la sciarpa, mamma mi diede le chiavi per entrare in casa in quanto papà e Andrea erano usciti a fare la spesa. Entrai in camera a prendere la sciarpa e guardando dalla finestra vidi che il paesaggio non era più quello di prima, era tutto bianco, c’era una luce accecante, come se il tempo si fosse fermato. Allora un po’ tra il curioso e lo spaventato mi affrettai ad uscire di casa (senza sciarpa) per raggiungere mamma. Quando sono uscito di casa ho visto che nella mia via nessuno più si muoveva, allora andai a cercare papà e Andrea, ma quando cercai di mettere piede in un’altra via qualcosa mi respinse, era una barriera invisibile che ricopriva via Giuseppe Rosso. Allora capii che il tempo si era fermato ma non aveva colpito me perché ero in casa. Ricordai di aver letto qualcosa che diceva che via Giuseppe Rosso era infestata da un mostro che amava fermare il tempo e mangiare le persone immobilizzate, ma il suo potere funzionava solo sulle persone che si trovavano in strada e se qualcuno non veniva catturato il mostro innalzava una barriera che ricopriva la via e non faceva passare nessuno. Mentre pensavo a tutto questo il mostro mi sorprese alle spalle e prima che mi potesse attaccare con i suoi artigli affilati, in mano mi comparvero una spada e uno scudo. Cielo e terra tremarono quando la lama della mia spada e gli artigli del mostro s’incrociarono, davanti a quella distesa ormai grigia mi misi a combattere, lo scontro fu lungo e cruento ma alla fine il mostro mi saltò addosso e io lo trafissi con la spada, il mostro perì e il tempo riprese a scorrere… Io andai a fare shopping con la mia famiglia e nessuno seppe mai della mia eroica impresa.
FRANCESCO AGOSTINI