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  • Immagine del redattoreFrancesco Agostini

Un episodio in cui mi sono sentito in pericolo

Era il 19 maggio 2018 il giorno del compleanno di mia mamma, eravamo andati al ristorante con i nonni che erano venuti dalla Calabria per questa occasione.

La locanda alla quale andammo per festeggiare mamma si chiamava “IL GATTO NERO”, forse era proprio il nome della locanda che ha reso il viaggio di ritorno un inferno.

La locanda era piena di quadri di gatti neri che mettevano un po’ d’inquietudine. Il più inquietante si trovava nella sala principale, c’era un gatto nero con delle zanne affilatissime e gli artigli affilati come rasoi.


Dopo la cena salutammo i nostri parenti e ce ne andammo, al viaggio di andata ero andato in macchina con papà senza un motivo plausibile, ma al ritorno dato che la macchina di papà era piena sono andato con molto piacere con mamma e Andrea.

Alla partenza mamma mi chiese: << che strada ha fatto papà?>> io non mi ricordavo niente, allora risposi: <<non me lo ricordo>>. Quindi lasciai fare tutto all'istinto di mamma, ma più ci allontanavamo dalla locanda più si faceva buio, ad un certo punto cominciò a piovere a dirotto e mio fratello si era addormentato, i telefoni erano scarichi e mamma non poteva mettersi in contatto con papà.


In quei minuti ho avuto tanta paura, mamma cercava di tranquillizzarmi ma il cuore mi batteva all'impazzata, gli occhi vedevano ombre raccapriccianti e spaventose, la mia mente mi faceva pensare cose che non oso descrivervi, il mio pensiero era fisso su quel gatto nero e ho avuto paura che sarebbe entrato in macchina e mi avrebbe azzannato.

Mentre stavo in macchina pensavo che non saremmo più tornati a casa perché eravamo senza telefoni per sapere dov'era papà, non ci vedevamo niente perché la pioggia era molto fitta e non ci potevamo fermare perché mamma aveva paura che se ci fossimo fermati ad aspettare papà la macchina si sarebbe spenta, ma mamma si fermò comunque e in quei momenti decisi di chiudere gli occhi...


Quando riaprii gli occhi mi trovai in macchina davanti casa, con la pioggia che si affievoliva e con mamma che aveva trovato la power bank e cercava di chiamare papà per dirgli che stavamo bene e che ci serviva un ombrello.

Quella sera ho avuto veramente tanta paura, ma ho imparato che con mamma sono sempre al sicuro e sono felice che le cose si siano sistemate.

FRANCESCO AGOSTINI

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